Omaggio a Massimo Vignelli
Massimo Vignelli è stato uno tra i più importanti designer del XX secolo e uno dei migliori progettisti grafici di sempre. Personalmente, ho ammirato soprattutto la sua capacità di far sprigionare ai caratteri tutta la propria forza ed espressività. Non faceva parte di quei designer molto di moda di cui tutti i media parlano, nonostante abbia creato loghi, icone e segnaletiche per aziende ed enti pubblici che hanno fatto da riferimento per milioni di persone. L’uso dell’imperfetto è dovuto alla sua recente scomparsa il 27 maggio 2014 a New York, dove viveva fin dagli anni 60.
Il progetto per cui viene maggiormente ricordato è quello creato insieme alla moglie Lella, la realizzazione nel 1972 della mappa della metropolitana di New York City. Estremamente bello e stilizzato, per il mondo del design fu uno dei lavori più iconici di sempre, destinati a influenzare il design prossimo venturo con il suo sublime uso del font Helvetica, carattere tra i prediletti da Vignelli.
Questo lavoro e alcuni suoi pezzi di design – più di trenta – fanno parte della collezione del MoMA, il Museum of Modern Art di New York, come i servizi di piatti impilabili in melanina per Heller, la seduta Intervista per Poltrona Frau.
Suoi tantissimi studi di brand identity per loghi di importanti aziende, come il restyling di Cinzano, IBM, Ford, Lancia, Benetton e American Airlines: quest’ultimo, con le caratteristiche AA, ha resistito per ben 45 anni ed è stato sostituito solo lo scorso anno, non senza critiche.
Ma si è occupato anche di packaging, moda, libri e progetti di architettura, forte del suo motto Design in one secondo il quale la disciplina del design era una soltanto: ogni settore necessitava di competenze specifiche, ma la progettazione è uguale per qualsiasi cosa.
Ha contribuito in modo fondamentale allo sviluppo delle teorie moderniste, di cui si è fatto custode e promotore, regalandoci dei progetti senza tempo!
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